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ARTE - EMANUELE MAZZON

EMOZIONI SU TELA - EMANUELE MAZZON
L’amore e le emozioni stimolano le mie dita impregnate di colore a muoversi su una tela bianca”, questa è l’arte di Emanuele Mazzon, che dà vita ai suoi sentimenti. Emanuele è un chiaro esempio che rivela la magia dell’arte, capace di liberarti dalle frustrazioni, ma anche di sfogare le gioie, quando l’ambiente circostante non ti consente di urlare. Un momento di sconforto lo ha portato a scoprire la sua più grande passione, attraverso la quale comunica i suoi stati d’animo e parla del suo vissuto, abbracciando lo sguardo dell’osservatore, che si sente compreso e rassicurato.



Quando hai iniziato a creare le tue opere?
“Dipingere è sempre stata la mia passione. Fin da piccolo i miei genitori hanno sempre cercato di stimolare la mia creatività. Ho iniziato a dare vita alle mie opere un po' per caso, ricordo che era un giorno in cui ero terribilmente affranto, era l’inizio dell’estate e io e il ragazzo con cui mi frequentavo saremmo stati lontani per molti di mesi. Ero alla ricerca di qualcosa che mi aiutasse a sconfiggere questa tristezza, quindi decisi di comprare una piccola tela bianca su cui dipingere; così, senza alcuna pianificazione, iniziai a dipingere ascoltando il mio istinto e ciò che dettavano le mie emozioni. Da quel momento diventò un grande progetto, ma anche una valvola di sfogo con cui affrontare i miei momenti più cupi”.

La creatività ha sempre fatto parte della tua personalità o è qualcosa che hai scoperto col tempo?
“Ho sempre disegnato, sono cresciuto con dei genitori che hanno cercato di stimolare la mia creatività. Ero un grande fan di Art Attack, ancora oggi mi sembra di fare qualcosa di simile però con le mie emozioni e la mia creatività. Ho un’indole artistica e il desiderio di voler esprimere concretamente la mia visione delle cose, dal momento che con le parole spesso faccio fatica. Probabilmente la creatività ha sempre fatto parte di me, non ho mai smesso di fare arte, ho solo cambiato col tempo il processo e le forme”.
Quanto è importante il contatto con la materia durante la creazione delle tue opere?
“È un aspetto indispensabile nelle mie opere. Nel 2018 avevo rivoluzionato una parete di casa pitturandola con delle galassie, avevo iniziato con dei semplici pennelli, poi mi sono stufato e ho iniziato a usare le mani. Da qual momento non ho mai smesso. Essere a contatto diretto con la materia mi porta a immergermi dentro l’opera, oltre a cambiare anche l’impatto visivo”.

Come arrivi alla creazione di un quadro?
“Tutto parte dall’idea, che è il frutto delle mie emozioni. Le mie opere rappresentano i miei stati d’animo. Una volta trovata l’idea, si procede con la creazione, che non sempre va secondo i miei piani, spesso a metà opera interviene il mio istinto che porta le mani in direzioni diverse. Forse è proprio questo che rende unica ogni mia opera”.

Che materiali utilizzi per le tue opere?
“Ciò che amo della mia arte è che si avvale di semplici strumenti, che posso reperire facilmente in casa, senza particolari ricerche di mercato. Nei miei quadri uso acrilici e della banale stoffa, mischiata alla colla vinilica che mi permette di modellarla e di conferire tridimensionalità al quadro. La tecnica della stoffa l’ho utilizzata per la prima volta nella mia opera Nuvole solide, che nasce dal desiderio di stravolgere il concetto della nuvola come un elemento soffice, impalpabile e in continuo movimento. Con la stoffa ho creato le mie nuvole, statiche e solide, da cui il nome del quadro. Credo che ogni artista abbia la sua ossessione e questa è la mia”.

Da cosa trai ispirazione?
“Trovo ispirazione da tutto quello che la vita mi fa passare davanti agli occhi, dai testi delle canzoni, fino alle emozioni legate agli eventi che mi colpiscono. Spesso gioco nel creare delle associazioni tra la mia vita e altri elementi, come nel quadro Nuovi orizzonti, che nasce da un moto di pensieri e parole che si era creato nella mia testa, pensando alla luna e a quanto sia incredibile che a volte basti solo una persona al tuo fianco per farti guardare le cose da un panorama diverso. L’amore con tutte le sue sfumature è spesso protagonista, se non la mia fonte di ispirazione principale”.
Pensi che il tuo talento possa trasformarsi in una fonte di guadagno?
“La monotonia mi ammazza, io mi sento in continua evoluzione, penso che prima o poi proverò a fare qualcosa di diverso, come la scultura o semplicemente sostituire la mia tela con un grande muro bianco. Quando creo cerco di tenere sempre a mente il perché lo sto facendo, ho il terrore di smarrire la mia creatività trasformando questa passione nel mio lavoro.
Dal momento che questa vena creativa mi consente di liberare la mente da tutti i pensieri negativi ciò che mi preme ora è preservarla, prendendomi cura di questa magia, dosandola senza sforzarla troppo, cercando di creare quando sono maggiormente ispirato”.

Quali sono le opere che hanno riscosso più successo? Ci spieghi il loro significato?
“Senza dubbio Grandi orbite e Il cervello. Quest’ultimo in particolare nasce una sera di ottobre, quando pensieri negativi e auto-sabotanti sopraffacevano il mio cervello: gelosia, rabbia, delusioni era una miscela di emozioni legate a una relazione che avevo con un ragazzo.
Tengo molto alla felicità della persona che è al mio fianco, per questo quella sera non ho impedito che lui uscisse per fare una nuova conoscenza, ma inevitabilmente l’amore ha infestato la mia mente di pensieri negativi, per questo motivo ho dipinto. È stata proprio quella miscela di pensieri e sensazioni negative a ispirarmi e così è nata la mia opera, il cui soggetto è mio cervello cosparso da mille spilli, che rappresentano le angosce che lo pizzicavano”.

Prendi ispirazioni da opere già esistenti?
“Non mi ritengo un grande esperto d’arte, mi limito semplicemente a mettere le mie emozioni su tela. Amo andare alle mostre, sono un momento intimo, come se tra me e l’opera si creasse una sorta di relazione. Davanti a un quadro mi lascio emozionare e ispirare. Cerco di leggere nel profondo le opere, per capire ciò che l’artista aveva in mente nel momento in cui ha creato”.

Qual è l’obiettivo delle tue opere?
“Se penso a una possibile esposizione delle mie opere, le vedo affiancate da una piccola didascalia, vorrei lasciare all’osservatore uno spazio in cui è libero d’interpretarle, però allo stesso tempo mi piacerebbe far entrare chi guarda un po’ nel mio mondo. Non rivelerò mai la verità che c’è dietro ogni mio quadro, ma lascerò sempre uno spunto, per creare curiosità e permettere a chi osserva di vedere oltre la superficie”.

Come descriveresti la tua personalità?
“Molte persone la definirebbero passività alle cose della vita, ma questo è il mio modo di vivere, mi piace farmi attraversare da ciò che la mia esistenza mi pone sul cammino. Non sono una persona a cui piace imporsi o mostrarsi troppo.

Che progetti hai per il futuro?
“Mi piacerebbe un giorno vedere le mie tele esposte in uno spazio dove chiunque possa guardarle. Sogno di avere anche uno studio tutto mio, una sorta di galleria dove esporre le mie creazioni, ma anche dove poter dare vita a nuove”.
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